I nostri studi - L'Ufficio delle Tenebre
(Gli antichi candelieri triangolari, detti Saettìa per via della tipica forma a freccia, sono oggigiorno persi o introvabili. Quello raffigurato qui sopra ed utilizzato durante la cerimonia è stato realizzato, nel fedele rispetto della tradizione, dai cantori Cosimo Iacovino e Barbara Fratianni)
INTRODUZIONE
La Liturgia della Chiesa, così come si è formata nel
corso della sua storia millenaria attraverso un lento ed elaborato
processo, è suddivisa in due grandi ambiti. Il primo è
quello della Liturgia Eucaristica, la Messa; il secondo è la
Liturgia della Ore (un tempo detto Ufficio Divino), costituito dall'insieme
delle preghiere previste per i vari momenti della giornata. Il libro
che contiene i testi recitati durante la messa è il Messale,
quello che riporta i testi recitati durante l'Ufficio Divino è
il Breviario.
Prima della riforma del Concilio Vaticano II l'Ufficio Divino era
così strutturato:
MATTUTINO: si recitava subito dopo la mezzanotte in ricordo
ed onore dell'ora in cui nacque Nostro Signore. Era suddiviso in tre
notturni, ciascuno composto da tre Salmi, tre Lezioni (letture tratte
dalla Bibbia o da scritti dei Padri della Chiesa), tre Responsori.
Il numero tre simboleggia le tre persone della SS. Trinità
ed i tre tempi della Verginità di Maria, cioè ante Partum,
in Partum, post Partum.
LODI: allo spuntar dell'alba si recitavano 5 Salmi, affinché
il Signore custodisca i 5 sensi durante il giorno. Talvolta si recitava
in successione al mattutino.
ORA PRIMA: in onore della Resurrezione, nel momento in cui
le tre Marie ebbero notizia dell'evento.
ORA TERZA: in onore della Passione che a quell'ora cominciò.
ORA SESTA: in onore della Crocifissione che a quell'ora cominciò,
l'ora in cui avvenivano i sacrifici nel tempio, l'ora in cui, secondo
la tradizione, Adamo mangiò il frutto vietato.
ORA NONA: l'ora della morte del Redentore.
VESPRI: così chiamati perché si recitano al crepuscolo,
l'ora in cui venne istituita l'Eucarestia. All'imbrunire Gesù
fu deposto dalla croce e si manifestò ad Emmaus. Si recitano
5 Salmi in onore delle 5 piaghe. Si recita il Magnificat che a quell'ora
fu recitato la prima volta.
COMPIETA: chiudeva gli uffici divini e tutte le incombenze
della giornata prima del riposo notturno, in onore della Sepoltura
di Nostro Signore e per invocarne l'aiuto contro i pericoli della
notte. Si conclude con il Cantico di Simeone (Ora lascia, Signore,
che il tuo servo vada...)
Le ore così indicate fanno riferimento al conteggio delle
ore utilizzato in epoca romana. I Romani avevano suddiviso il giorno
in 12 ore diurne, dall'alba al tramonto, e 12 ore notturne. Così
l'ORA PRIMA è l'alba, la TERZA le 9-10 circa, la SESTA mezzogiorno,
la NONA le 15 circa, i VESPRI le 17 circa.
Nei primi secoli del Cristianesimo era consuetudine vegliare in preghiera
durante le notti che precedevano le festività più importanti.
L'usanza di pregare nei vari momenti della giornata venne codificata
in ambito monastico da San Benedetto. Dai monasteri l'usanza di celebrare
l'Ufficio Divino passò a tutti i chierici e talune celebrazioni
divennero pubbliche nelle parrocchie e nelle cattedrali, in particolare
in occasione dei momenti più importanti dell'anno liturgico
e con riferimento al Mattutino, Lodi e Vespri. Gli orari si adattavano
alle stagioni ed a partire dal XIV secolo il mattutino venne anticipato
alla sera precedente, evidentemente allo scopo di rendere più
agevole la partecipazione della gran massa dei fedeli.
Che cosa si recita durante l'Ufficio Divino?
Ogni ora è articolata in maniera diversa in relazione alla
sua importanza ed in considerazione del periodo liturgico. Gli elementi
strutturali sono tuttavia costanti e sono costituiti da:
INVITATORIO: il canto iniziale che invita alla preghiera;
INNI: di contenuto poetico e didattico, composti dai Padri della Chiesa;
SALMI: tratti dal Salterio biblico, recitati da due cori che si alternano
nei versetti, preceduti e chiusi da un'antifona che incornicia il
salmo e ne riassume il significato;
LETTURE: passi biblici e patristica;
RESPONSORI: canto che segue la lettura come momento di meditazione.
Che cosa ne è oggi dell'Ufficio Divino?
Oggi si chiama Liturgia delle Ore e la riforma del Concilio Vaticano
II ha reso più semplice la celebrazione per i sacerdoti moderni
e per i laici. L'ora prima è stata eliminata, il Mattutino
è stato trasformato in Ufficio delle Letture e può essere
recitato a qualsiasi ora; è stata data la possibilità
di recitare una sola delle altre ore (terza, sesta e nona), chiamandola
ora media, ed è stata ridotta la struttura. Prima i 150 salmi
erano recitati integralmente nel corso di una settimana, ora vengono
recitati nel corso di 4 settimane. Qualora si possa o si voglia, l'Ufficio
Divino può essere recitato nella sua struttura antecedente
alla Riforma. Infatti, il Concilio Vaticano II, nel modificare in
ragione dei tempi, non ha cancellato i riti del passato, che di fatto
e di diritto fanno ancora parte del patrimonio liturgico della Chiesa.
Presso alcune comunità monastiche ed altre congregazioni, l'Ufficio
Divino viene tuttora cantato nella sua forma tradizionale ed il Mattutino
viene eseguito nelle ore notturne.
Che rapporto c'è tra l'Ufficio Divino e la musica?
Tutta la liturgia era cantata. I testi e la musica costituiscono una
unità indivisibile che nella forma del Canto Gregoriano è
ancora oggi di diritto, se non di fatto, il canto ufficiale della
Chiesa. Oltre il dato liturgico, la prassi e la teoria del Canto Gregoriano,
formatisi in oltre mille anni, dagli inizi del Cristianesimo al XI
secolo, sono l'alfabeto fondamentale di tutta la musica occidentale.
I più grandi compositori, da Palestrina a Stravinskij, hanno
musicato, nelle forme più disparate, i testi dell'Ufficio Divino.
L'UFFICIO DELLE TENEBRE
L'Ufficio delle Tenebre (Officium Tenebrarum) era il solenne MATTUTINO
previsto per il triduo sacro (Giovedì, Venerdì e Sabato
Santo).
La celebrazione veniva detta "delle Tenebre" in ricordo
degli antichi riti notturni, in relazione alle Tenebre che scesero
sulla terra alla morte di Cristo, all'oscurità della morte,
rievocando l'immagine della Chiesa che brancola nel buio senza il
suo Dio. Prevedeva tre notturni (riprendendo la tradizione delle Vigiliae:
i turni di guardia delle sentinelle), ciascuno dei quali costituito
dalla recita di tre salmi, tre letture, tre responsori.
La chiesa, spoglia e disadorna, comunicava un profondo senso di mestizia.
Questa sera il Gruppo Vocale Polyphonia intende proporre un sintetico
estratto del MATTUTINO recitato il Giovedì ed il Venerdì
sera, interpretando i celebri RESPONSORI musicati da Tomás
Luís de Victoria (tratti dall'Ufficio per la Settimana Santa
pubblicato a Roma nel 1585 - Officium Hebdomadae Sanctae).
I Responsori, cantati dopo la lettura, riprendono il testo delle letture
e lo rielaborano in forma libera e lirica. E' il momento più
intenso dell'orazione: l'elemento poetico e musicale si fondono, conducendo
il fedele a far proprio il testo, a viverlo e meditarlo. I versetti
sono brevi, semplici ed efficaci, e la repetenda che segue facilita
la memorizzazione della formula. I Responsori di de Victoria si esprimono
con la stessa intensità dei quadri di Caravaggio e comunicano
il dramma della passione e del tradimento con accenti vivi e reali.
Il tema del dolore è espresso in modo sublime, con piena partecipazione
drammatica e l'espressività musicale viene chiaramente modulata
in ragione dell'espressività del testo, quasi anticipando la
concezione del dramma romantico.
Durante l'Ufficio delle Tenebre la Chiesa era avvolta dalla penombra.
A sinistra dell'altare veniva posto un candelabro a forma di triangolo,
con 15 candele, 7 per lato e una al vertice, che rappresentavano gli
11 apostoli fedeli, le tre Marie e Gesù (la candela al centro
più alta). Per ogni salmo cantato si spegneva una candela,
l'ultima non veniva spenta ma nascosta dietro l'altare a simboleggiare
la sepoltura di Nostro Signore. Si spegnevano i lumi piangendo la
morte della vera Luce (le tradizioni locali hanno sviluppato consuetudini
diverse quanto al numero delle candele: in Molise era invalso l'uso
del candeliere con 13 candele, a simboleggiare i 12 apostoli ed il
Cristo).
Al termine della cerimonia il Liber Usualis prescriveva: "Ci
sia un poco di fragore e strepito" (Sit fragor et strepitus aliquantulum):
tutti i presenti procuravano rumore battendo le mani o il breviario
sui banchi, oppure utilizzando tradizionali strumenti in legno, a
rievocare il fragore che scosse la terra quando Nostro Signore spirò.
Dopodiché, nel silenzio, la candela rimasta accesa e nascosta
dietro l'altare, veniva ricollocata sul candelabro e tutti si allontanavano.
Quello che segue è un tentativo di riproposizione parziale
e sintetica della cerimonia. Il Maestro direttore e i cantori aspirano
invece a riproporre per intero il raccoglimento e la profonda simbologia
della cerimonia, si prega pertanto di non interrompere l'esecuzione
con applausi; lo strepito ed il fragore finale liturgicamente previsti,
al quale tutti potranno dare il loro contributo, potrà svolgere,
per chi lo vorrà, la stessa funzione.
a cura del Gruppo Vocale Polyphonia
PROGRAMMA
Tomás Luis de Victoria
(1548-1611)
Responsori per la Settimana Santa
Benedictus Dominus
Gregorio Allegri (1582-1652)
Miserere
Giovanni Battista Martini
(1706-1784)
Christus factus est
Gregoriano
Salmi - Benedictus Dominus
Letture
Dall'esposizione di S. Agostino sui Salmi
Dalla Lettera agli Ebrei
*****
Primo Notturno
Salmo "Diviserunt sibi vestimenta mea" (gregoriano)
Lettura (dall'esposizione di S.Agostino sui Salmi)
Responsorio "Amicus meus" (De Victoria)
Secondo Notturno
Lettura (dall'esposizione di S.Agostino sui Salmi)
Responsorio "Tamquam ad latronem" (De Victoria)
Lettura (dall'esposizione di S.Agostino sui Salmi)
Responsorio "Tenebrae factae sunt" (De Victoria)
Lettura (dall'esposizione di S.Agostino sui Salmi)
Responsorio "Animam meam dilectam" (De Victoria)
Terzo Notturno
Salmo "Alieni insurrexerunt in me" (gregoriano)
Lettura (dalla Lettera agli Ebrei)
Responsorio "Tradiderunt me" (De Victoria)
Lettura (dalla Lettera agli Ebrei)
Responsorio "Jesum tradidit impius" (De Victoria)
Lettura (dalla Lettera agli Ebrei)
Responsorio "Caligaverunt oculi mei" (De Victoria)
***
"Benedictus Dominus" (gregoriano/De Victoria)
"Christus factus est" (Martini)
"Miserere" (gregoriano/Allegri)
Strepitus et fragor
Missa Papae Marcelli
La polifonia di Palestrina è l'ultimo ed il più elevato
approdo dell'elaborazione musicale proveniente dall'esperienza medievale
del canto gregoriano. I componimenti di Palestrina, sebbene in forma
polifonica, ragionano e si sviluppano utilizzando l'alfabeto gregoriano,
attingendo a temi gregoriani ed utilizzando gli stessi stilemi.
Incontro con il Maestro
Perché Palestrina è così
importante nella storia della musica ?
Partendo dai canti delle prime comunità cristiane, attraverso
l'esperienza medievale del canto gregoriano, l'evoluzione musicale
è approdata alla polifonia sacra del XVI secolo, di cui l'opera
di Palestrina costituisce l'espressione più elevata.
(La foto del M° Scattolin è tratta dal sito www.coroeuridice.it)
Concerto Teatrale
Nell'ambito della stagione teatrale 2008/2009 del Teatro Rossetti
di Vasto il Gruppo vocale Polyphonia ha scelto di proporre la Missa
Papae Marcelli in una forma del tutto innovativa, che abbiamo pensato
di definire "CONCERTO TEATRALE": con la collaborazione di
alcuni attori vengono ricostruiti i contesti e le condizioni che fecero
da cornice alla grande polifonia sacra del Rinascimento.